Tumore della prostata
Il carcinoma prostatico rappresenta la neoplasia maligna più frequente nel sesso maschile. Familiarità ed discendenza afro-americana sono noti fattori di rischio.
Come si manifesta?
Nella maggior parte dei casi il tumore prostatico è asintomatico e la diagnosi è incidentale. I sintomi in genere compaiono nei casi di tumore localmente avanzato o metastatico e comprendono disturbi minzionali e dolori ossei (questi ultimi dovuti alla presenza di metastasi ossee).
Come si diagnostica?
La prevenzione del tumore prostatico rappresenta lo strumento fondamentale per fare diagnosi e si basa principalmente su due strumenti:
- dosaggio del PSA
- esplorazione rettale
La conferma diagnostica necessita tuttavia di una biopsia prostatica transrettale/transperineale.
In casi selezionati è indicata la Risonanza magnetica prostatica multiparametrica prima di eseguire una biopsia prostatica. Qualora la risonanza evidenziasse delle lesioni sospette, il paziente potrà essere sottoposto ad una specifica e più precisa biopsia detta “a fusione di immagini”.
Come si cura?
Oggi vi sono diverse opzioni per la gestione di un carcinoma prostatico, essenzialmente rappresentate da:
- sorveglianza attiva (nessun trattamento ma solo monitoraggio della malattia)
- intervento chirurgico di prostatectomia radicale (preferibilmente eseguito per via laparoscopica o robot-assistita)
- radioterapia pelvica
E’ fondamentale scegliere l’opzione terapeutica più appropriata per ogni paziente tenendone in considerazione età, condizioni di salute generale, concomitanti patologie e caratteristiche del tumore diagnosticato.
Ipertrofia prostatica benigna
L’ipertrofia prostatica rappresenta una condizione molto frequente nella popolazione maschile, con una incidenza crescente con l’aumentare dell’età. Benché si tratti di una patologia benigna, essa può avere importanti ripercussioni sulla qualità della vita e, in alcuni casi, portare a significative conseguenze come infezioni urinarie ricorrenti e sofferenza renale.
Come si manifesta?
Le principali manifestazioni cliniche sono rappresentate da:
- indebolimento del getto urinario
- difficoltà ad iniziare la minzione
- minzioni lunghe, interrotte, ravvicinate
- aumento della frequenza delle minzioni di giorno e/o di notte
- sensazione di incompleto svuotamento vescicale
Nelle condizioni più severe l’ipertrofia prostatica può portare a:
- ritenzione urinaria con necessità di posizionare un catetere vescicale
- formazione di calcoli vescicali
- formazione di diverticoli vescicali
- infezioni prostatiche ricorrenti
- sofferenza renale
Come si diagnostica?
L’approccio diagnostica all’ipertrofia prostatica si basa in prima istanza su:
- anamnesi ed esame obiettivo
- esplorazione rettale
- dosaggio del PSA
- ecografia addome
- uroflussometria con valutazione del residuo post-minzionale
In casi selezionati si possono richiedere ulteriori approfondimenti come l’esame urodinamico invasivo.
Come si cura?
Il trattamento dell’ipertrofia prostatica che causa disturbi minzionali è in prima battuta farmacologico.
Nei casi in cui la cura farmacologica non sia sufficiente, può essere valutato il trattamento chirurgico.
Oggi esistono molte opzioni terapeutiche. I trattamenti standard sono essenzialmente rappresentati da:
- resezione endoscopica della prostata (TURP)
- enucleazione endoscopica della prostata con laser Olmio (HoLEP) o Tullio (ThuLEP)
Negli ultimi anni si sono diffuse nuove tecnologie per il trattamento dell’ipertrofia prostatica, molto differenti tra di loro, volte soprattutto alla preservazione dell’eiaculazione, tra le quali figurano:
- l’ablazione endoscopica della prostata con vapore acqueo (Rezum)
- l’ablazione endoscopica della prostata con getto d’acqua (AquaBeam/Aquablation)
L’opzione terapeutica più appropriata deve essere scelta sulla base delle caratteristiche del paziente, dello stato di salute generale, delle patologie concomitanti e dell’entità dei disturbi minzionali.